Il ciclo produttivo
Il ciclo produttivo prevede vari passaggi, a seconda del risultato che si
desidera ottenere e a seconda che la produzione sia artigianale o industriale.
Produzione artigianale
Selezione e preparazione dell'argilla
L'argilla viene anzitutto selezionata per la lavorazione che si intende
portare avanti. I tre tipi di argilla usata sono:
- Caolino. Presenta bassa plasticità, colore bianco, scarso potere
essiccante ed è refrattario. È usato nelle porcellane cinesi.
- Argilla sabbiosa.Presenta alta plasticità e grana fine.
- Argille refrattarie. Sono specialmente resistenti al fuoco.
Quale che sia l'argilla che si utilizzerà, essa non è direttamente utilizzabile
per il processo se si trova ancora al suo stato naturale. Deve venire ripulita
dalle impurità e per ottenere questo si procede alla fase della stagionatura.
Successivamente viene sciolta in acqua per la lavatura, che causa la dispersione
dei sali solubili. Infine subisce una ulteriore depurazione per eliminare
le residue impurità e soprattutto per affinarla, togliendo le particelle a
granulometria più grossolana.
Lavorazione dell'argilla
Selezionata e ripulita, si procede a impastare l'argilla. Questa fase tende
a eliminare eventuali bolle d'aria e a renderla compatta, per prevenire il
formarsi di crepe nel prodotto finito. All'impasto si aggiunge, talvolta,
della "chamotte", ovvero polvere ottenuta dalla macinazione della ceramica
precedentemente cotta, con lo scopo soprattutto di rendere il prodotto resistente
agli sbalzi repentini di calore.
Modellazione
Un'arte tanto antica ha accumulato nei secoli varie tecniche di modellazione.
Tra di esse ricordiamo:
- Modellazione a mano libera È la più antica ed è simile a quanto
fanno i bambini quando giocano con la plastilina: si prende una porzione
di argilla e, con il solo uso delle mani , si modella la forma desiderata.
E' possibile avvalersi dell'ausilio di alcuni strumenti, come le stecche
o gli occhielli pre le rifiniture dell'oggetto modellato.
- Modellazione a colombino Prevede l'uso e l'assemblamento dei
colombini di argilla. Si dividono blocchi di argilla delle dimensioni
di un sigaro e si stendono con i palmi delle mani, ottenendo dei lunghi
cilindri simili a lunghi grissini. Si arrotolano questi colombini gli
uni sopra agli altri, si uniscono fra di loro e si lisciano per ottenere
una superficie compatta. Con questa lavorazione, ugualmente antica, si
modellano soprattutto vasi e ciotole.
- Modellazione a lastre Si prende un pane d'argilla e se ne tagliano
lastre di spessore omogeneo usando un filo o stendendole con un matterello.
Successivamente le lastre vengono tagliate a stampo oppure giuntate tra
loro con l'aiuto di incisioni spalmate con barbottina.
- Modellazione al tornio È usata soprattutto per la produzione
di vasellame in cui vi sia una simmetria rispetto all'asse di rotazione.
Il tornio è un formato da un supporto girevole, simile ad un piatto la
cui velocità viene stabilita tramite un pedale, come nel tornio antico,
o tramite motorino regolato da reostato, ai giorni nostri. Si pone una
data massa di argilla al centro del piatto girevole, avendo cura di posizionarla
perfettamente in centro. Quindi si modella con uso delle mani o di altri
strumenti mentre si regola la rotazione del tornio stesso. La massa di
argilla che si è deciso di usare all'inizio deve essere sufficiente a
formare tutto l'oggetto, dal momento che non è possibile aggiungerne in
corso d'opera senza pregiudicare la forma data con la modellazione.
- Modellazione a stampo In questa modellazione si prepara, anzitutto,
uno stampo in gesso, che solitamente replica un oggetto che si intenda
riprodurre. Quindi vi si cola dentro argilla liquida e si attende pazientemente
che essicchi. Viene quindi estratta dallo stampo e rifinita a mano. Infine
si cuocerà in forno l'oggetto modellato che perderà, rispetto all'originale
di cui è la copia, un 10% del volume.
Essiccazione
Qualunque sia la tecnica che si è adottata, è necessario che i manufatti in
argilla essicchino completamente all'aria. A questa fase va dedicata una particolare
cura. Una essiccazione omogenea e uniforme è garanzia di durevolezza dell'oggetto
finito e soprattutto della coerenza della sua forma: una essiccazione non
uniforme può generare deformazioni. Solo dopo questa fase si può procedere
alla cottura. L'essiccazione, infatti, consente che l'oggetto perda l'umidità
residua e la sua plasticità. Viene così fissata la forma che si è inteso dargli.
Dopo un certo periodo di essiccazione l'argilla raggiunge lo stadio adatto
ad essere incisa e decorata. Tale stadio è detto della stadio della durezza
cuoio: l'argilla è infatti già indurita, ma mantiene ancora una certa residua
plasticità.
Cottura
Terminata la delicata fase dell'essiccazione si procede con quella della cottura.
Questa avviene in forni appositi, che raggiungono temperature che possono
andare parecchio oltre i 1000°C. Il processo può durare anche molte ore. È
infatti necessario che la temperatura segua curve di crescita e decrescita
graduali e prestabilite, e che tutte le varie fasi abbiano una durata prestabilita.
In seguito alla cottura il prodotto subisce un'ulteriore riduzione di volume.
Poiché la cottura modifica la struttura del prodotto finale, modulandola si
possono ottenere risultati diversi:
- Terracotta - si ottiene mantenendosi tra 960 e 1030°C
- Terraglia tenera Terracotta - si ha tra 960 e 1070°C
- Terraglia dura - si ha tra 1050 e 1150°C
- Gres - si ottiene tra 1200 e 1300°C. Il Gres è un prodotto fortemente
vetrificato, impermeabile e poco poroso. Prodotti quali il klinker, il
ball clay, e il fireclay appartengono a questa famiglia
- Porcellana tenera - si ha tra 1200 e 1300°C, previo utilizzo
di caolino. A questo stadio otteniamo sia la vetrificazione, sia la traslucidità,
sia l'impermeabilità.
- Porcellana dura - si ha tra 1300 e 1400° C. È di solito di uso
industriale.
- Ceramica High-Tech - si ottiene tra 1400 e 1700° C, previo utilizzo
di sostanze aggiuntive, quali caolino e allumina.
Nelle diverse fasi della cottura, inoltre, avvengono varie trasformazioni:
- tra la T ambiente e 200°C - si elimina l'acqua igroscopica residua
nell'impasto e quella contenuta da alcuni sali, come ad esempio il gesso
- tra i 250°C e i 350°C - le materie organiche vanno in combustione.
Viene liberata l'acqua zeolitica chimicamente combinata
- tra i 450°C e i 850°C - si decompongono i minerali delle argille,
liberando l'acqua reticolare
- 800°C - si decompongono i carbonati decarbonatazione e si ossidano
i solfuri
- oltre i 1000°C - fondono i feldspati, e si ottiene la vetrificazione
Va ricordato, infine, che la presenza di ossigeno in camera di combustione
determina il degrado delle sostanze organiche presenti, nonché l'ossidazione
delle sostanze minerali. Come risultato si ottiene un prodotto di color rosso
ruggine per azione dell'ossigeno (ossidante) sul ferro. Si otterrà, invece,
un colore nero scuro per azione del vapore e monossido di carbonio (riducente).